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giovannascordinoec

[Dog.Meditationes]- IO-TU-ESSO : gli Individui e le Persone


Leggevo alcuni concetti espressi dl filosofo/teologo/pedagogista Martin Buber.

Oggi è giornata di speculazioni filosofiche.

E' giornata di pensieri sul capire chi realmente sia qualcuno guardando come si rapporta ad un altro.

Il modo in cui mi rapporto ad un ALTRO, dice qualcosa di me: dice chi sono IO.

- Posso concentrare l'attenzione su di me e guardare all'ALTRO come ad un ESSO:

IO, come INDIVIDUO, che mi rapporto all'altro come ad un OGGETTO.

In questo caso il rapporto è all'interno della diade IO-ESSO e, molto probabilmente, concepirò me stessa immersa tra altri, tra tanti OGGETTI nel mondo, di cui mi servirò, uno dopo l'altro, per il tempo in cui saranno in mio possesso e finché non si svuoteranno di utilità.

- Oppure posso immergermi in una relazione con l'altro e vederlo come un SOGGETTO con cui dialogare in condivisione e totale rispetto.

In questo caso la diade sarà IO-TU ed IO sarò una PERSONA nella relazione con l'altro.

Non ho bisogno di "possedere" il TU, perché non si possiede qualcuno e la ricchezza non sta nel possesso o nel controllo. Invece ci si arricchisce l'uno dell'altro, in un flusso continuo, perché nessuno è un oggetto che si consuma, ma un Soggetto che genera valore nella relazione.


In entrambi i casi la parola IO è scritta allo stesso modo ma, nella sua essenza, l'IO del modo di pensare IO-ESSO è profondamente diverso dall'IO della diade IO-TU.

Quindi, quando tratto l'altro con apertura, chiamandolo "TU" e dandogli dignità e importanza alla pari, sono una persona ben diversa da quando tratto l'altro come un "ESSO"


Oggi pensavo che... ho sempre parlato al mio cane o ai miei gatti dandogli del TU, come a qualsiasi soggetto sia entrato nella mia vita e ringrazio il signor Buber di avermi fatto riflettere sul perché.


--------- Un passo da: "Il principio dialogico" - Martin Buber - 1923 ----------------------


<< Il mondo ha due volti per l’uomo, in conformità al suo duplice modo di essere.

Duplice è il modo di essere dell’uomo, in conformità al dualismo delle parole-base, che egli può pronunciare.

Le parole-base non sono singole parole, ma coppie di parole.

Una parola-base è la coppia Io-Tu.

Un’altra parola-base è la coppia Io-Esso; senza mutare questa parola-base, si può sostituire a Esso anche Lui o Lei.

Con ciò anche l’Io dell’uomo ha due volti.

Poiché l’Io della parola-base Io-Tu non è lo stesso Io della parola-base Io-Esso.

Le parole-base non asseriscono qualcosa che stia fuori di esse, ma una volta pronunciate dànno vita a un esistente.

Le parole-base non si possono pronunciare separate dall’essere.

Quando si pronuncia il Tu, con esso si pronuncia anche l’Io della coppia Io-Tu.

Quando si pronuncia l’Esso, si pronuncia anche l’Io della coppia Io-Esso." [...]

"La vita dell’individuo non consiste solo in attività che hanno qualcosa per oggetto. […] tutto questo indica e fonda il regno dell’Esso; ma il regno del Tu ha un altro fondamento. Chi dice Tu non ha qualcosa per oggetto, poiché dove è qualcosa, è un altro qualcosa; ogni Esso confina con un altro Esso: Esso è tale solo perché confina con un altro. Ma dove si dice Tu non c’è alcun qualcosa: il Tu non confina; chi dice Tu non ha alcun qualcosa, non ha nulla ma sta nella relazione.>>


Chi guarda all'altro come a un "Esso" rimane individuo; chi guarda all'altro come a un "TU" sarà persona nella relazione.


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