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giovannascordinoec

[Dog.Narrationes]_Non guardarmi, non ti sento



Breve passeggiata in centro storico, giusto per i primi bisogni della mattina.

ElNegro insiste, come al solito, per andare lì, in quella certa piazza con grandi aiuole, dove c’è uno dei centri nevralgici degli incontri e dei messaggi dei cani del quartiere:

la mattina, come prima cosa, è necessario informarsi delle novità e fanculizzarsi con gli storici nemici.

Appena arriviamo già scorgiamo a distanza un Pastore Tedesco dall’aspetto anzianotto e mesto, libero, in un’aiuola, e quello che suppongo sia il suo UmanoDistratto, impegnato al telefono, a debita distanza dal suo cane e coi piedi accuratamente tenuti all’asciutto dall’erba bagnata.



El Negro al guinzaglio si inchioda, mi guarda e mi dice che vorrebbe andare dal Pastore. Dal suo atteggiamento capisco che deve essere una femmina e quindi mi posso rilassare: è amore, non guerra.

Coi piedi in piena fanghiglia dell’aiuola, dico all’ “innamorato” che non si può andare e ci manteniamo a distanza, nel caso l’UmanoDistratto e la Pastora non gradiscano l’avvicinamento. ElNegro mi accontenta, ma resta inchiodato lì con emozione, sperando che la cagnetta voglia fare la sua mossa.

Lei ci ha visti. Si volta dritta verso il suo UmanoDistratto, lo guarda, ci guarda, ri-guarda il suo Umano. - “ Li hai visti? Che dici? Si va? Ci vado io? Eh? Che dici, Babbo?”-

L’umano non si accorge di nulla, si gira di tre quarti e continua a parlare al telefono. Praticamente le sta - involontariamente - comunicando di “vedersela da sola, che non sono fatti suoi”.

La Pastora allora decide autonomamente di seguire i propri desideri e venire a conoscere questo aitante giovanotto nero, che è felicissimo. E niente, guinzaglio morbido, con tutta la lunghezza possibile e iniziano le chiacchiere.

Si annusano e si stanno appena dicendo cose della loro vita… quando l’UmanoDistratto si rinviene e vede che il suo cane si è mosso da dove lo aveva lasciato (strano, eh?) e tenta un richiamo.

Ovviamente il contenuto delle chiacchiere tra i due cani suona più forte di un tardivo e contraddittorio richiamo (“oh, Umano, dopo che mi hai detto che non sono fatti tuoi, che vuoi adesso? Ora ho da fare con questo gagliardo ToyDog!”)

L’UmanoNonPiùDistratto (ma sempre col telefono in mano e con l’interlocutore che aspetta in linea…) arriva e si ingegna ad acchiappare con la mano e tirare dal collare a strozzo la Canetta, mentre la rimprovera duramente.

Azzardo un : “ No! ma perché la rimprovera? La lasci!”

Lui: “ Eh no! Mi deve obbedire! Se le dico di non andare, non deve andare!”

Gli faccio notare che la cagnetta era stata bravissima a chiedere il suo consenso: lo aveva guardato e gli aveva chiesto ben due volte se poteva venire da noi, ma lui non se ne era accorto e non le aveva dato nessuna indicazione perché era al telefono. Lei era stata super brava e non c’era nulla da rimproverarle.

Lo sguardo dell’umano si ammorbidisce e, dall’arrabbiatura per la “disobbedienza”, il viso ora dimostra un mezzo sorriso di imbarazzo misto a stupore. Non so se abbia colto qualcosa o se mi derida come pazza.

Nella mia ingenuità idealista, spero di avergli messo nell’orecchio quella pulce che si possa sostituire all’auricolare del telefono e che gli permetta di “ascoltare” il suo cane con più considerazione.

Spero.

.

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