A volte credo di vivere in una puntata di "Scherzi a Parte"
(per i più giovani: era una vecchia trasmissione televisiva in cui ti facevano uno scherzo e registravano tutto con una telecamera nascosta per poi ridere tutti di gusto).
Sicuramente il mondo intero, con le sue telecamere nascoste, sta con gli occhi puntati su di me e sulle mie reazioni, per poi ridere a crepapelle e dirmi che “è uno scherzo”. Altrimenti non si spiega.
Passeggiata col cane nei pressi di una grande aiuola erbosa in una piazza cittadina solitamente frequentata da cani e umani al seguito. Oggi questa pipì ci tocca farla qui.
Io e il mio CaneNero vaghiamo tra foglie secche ed erba fangosa, cercando i punti più opportuni per lasciare “messaggi” ai quadrupedi belli e brutti di questa città.
Da lontano intravedo un signore in carne, di mezza età, al cellulare, che declama i fatti suoi ad alta voce. Attorno gli orbita, sciolto, un canetto piccolo: un Volpino di Pomerania, piumoso e carino, delle dimensioni di una scatola di scarpe, il quale corre all’impazzata verso di noi appena ci vede.
un Volpino di Pomerania
Sudo freddo, calcolo i tempi di digestione del canetto da parte del mio cane, nel caso quello sia un maschio, e aspetto il destino. Fortunatamente è una femmina allegra e simpatica, che salta e corre come un coniglio. Saluti e annusate al culino (lei non ce la fa bene perché il mio cane è alto il triplo di lei, ma fa quel che può), poi si allontana e fa i suoi bisogni laggiù, lasciata a sé stessa. Ovviamente il suo umano non ci pensa nemmeno a raccoglierli, impegnato com’è a ridere e a raccontare al cellulare di quanto sia grosso e nero il cane che lei ha appena incontrato - hah hah haahhh!!! -.
La canetta torna vicino a noi e l’umano finalmente si interessa a lei: toh! ha un po’ di cacca attaccata al pelo!
Ora le telecamere devono aver zummato sulla mia faccia: è il momento clou dello sketch, di sicuro! Perché lui, con una mano, la prende dalla coda come un cacciatore afferra il coniglio appena ucciso e, tenendola a testa in giù, la solleva a un metro da terra e la scuote con vigore per far staccare il granellino sporco da quel culino felice (l’altra mano è sempre impegnata a tenere il cellulare, mentre ride e racconta che il pelo della canetta si è sporcato). La molla con poco garbo e lei schizza via correndo, come quelle vecchie macchinine che le carichi tirandole in dietro e partono sparate alla velocità della luce.
Questa scena ripetuta tre - dico: TRE! - volte perché evidentemente rimaneva sempre qualcosa attaccato al pelino morbidoso.
Nessuno scherzo - purtroppo - e nessuno si è messo a ridere tranne il tipo che, ridendo e continuando a chiacchierare al cellulare, ha proseguito la sua passeggiata solitaria con cane al seguito.
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